Queste parole familiari che a volte ci parlano e ci attraversano e altre volte ci rappresentano sulla scena del mondo si incrinano, si scompongono durante un’analisi. Assumono allora una risonanza enigmatica che le rende estranee alle nostre orecchie. Consuete per eccellenza, diventano altre: rivelano una zona d’impatto dove ci percepiamo inchiodati in un luogo inaspettato, schiavi di un’iterazione tirannica che, sebbene familiare, ci stupisce quando rivela la strana soddisfazione che ne ricaviamo.
La clinica presentata al Convegno dell’ ECF [1] ha mostrato come questo altro evento di parola [2], la frase marcante, provenga dall’intimo cioè “generalmente, familiare” [3]. In questo preciso punto di percussione della lingua familiare si intreccia qualcosa che traccia per il soggetto nientemeno che il suo destino [4]. I testi che leggerete qui affrontano questo incrocio che sarà al centro del congresso PIPOL 12.
Nell’opera di Vanessa Springora il segreto che unisce [5] la famiglia a sua insaputa getta una luce del tutto nuova sul godimento folle del padre. La scrittrice osa tracciare un filo logico, dove potrà finalmente leggere le conseguenze della falsificazione del Nome-del-Padre lungo tre generazioni e, così facendo, iniziare l’opera di soggettivazione del segreto e del punto di orrore che esso nasconde. Perché per chi si trova nella posizione di analizzante, il delicato approccio ai segreti familiari deve lasciare il posto a un’appropriazione abitabile dell’oggetto opaco rivelato e, nel migliore dei casi, fare di questo guadagno di sapere un sostegno.
Un punto di supporto è anche ciò che cerchiamo come psicoanalisti quando affrontiamo il modo in cui le famiglie oggi sono sconvolte dall’onnipresenza di dispositivi connessi. Qui è necessario un passo di lato, laddove potremmo essere tentati di alimentare lamentele specialistiche sui danni causati da un mondo che vede tutto.
Più che politiche di deprivazione a tutti i costi, la psicoanalisi propone qui una politica del sinthomo: quali accompagnamenti, quali legami di parola, così che ciò che si inventa e si tesse in questi nuovi spazi trovi un’opportunità di iscrizione nel luogo dell’Altro e possa all’occasione funzionare come leva?
[1] 54° Journées de L’École de la Cause Freudienne, Frasi marcanti, 16 e 17 novembre 2024.
[2] Cfr. J.-A. Miller, Phrases marquantes en psychoanalyse, LWT, novembre 2024.
[3] Ibidem
[4] Ibidem
[5] Cfr. J.-A. Miller., Affaires de famille dans l’inconscient, in La lettre mensuelle, juillet/août 2006, n°250, p. 8-11.
Traduzione: Carolina Vignoli
Revisione: Elena Madera